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RELAZIONE DELLA PRESIDENTE ALL’ASSEMBLEA REGIONALE 2010

 

ASSEMBLEA REGIONALE GADCO CALABRIA

REGGIO CALABRIA

8 MAGGIO 2010

RELAZIONE DELLA PRESIDENTE

 

Ogni anno, infatti,
circa 13.000 pazienti nel mondo, che non dispongono di un donatore compatibile
in famiglia, hanno bisogno di un trapianto di cellule staminali emopoietiche
(cellule in grado di autoriprodursi e dare vita ad altre linee cellulari dalle
quali derivano tutte le cellule del sangue). Un quinto di questi pazienti è
trattato con il sangue del cordone ombelicale. Le cellule staminali
emopoietiche contenute nel sangue del cordone ombelicale sono in grado di
generare globuli bianchi, rossi e piastrine esattamente come quelle del midollo
osseo.

Aderire alla donazione è indispensabile per
sostenere il sistema solidaristico che consente a tutti di ottenere cure
appropriate, operate in base a scelte cliniche effettuate dall’esperto in
materia, su basi di evidenza scientifica e protocolli diagnostici condivisi.

In Italia tuttavia si
reclama una legge che consenta anche l’utilizzo autologo (personale) delle cellule
di sangue personale per fruirne a scopo terapeutico, magari in vista di future scoperte nel campo della medicina
rigenerativa, ma non esiste ad oggi in
tutto il mondo prova alcuna dell’utilità della conservazione del sangue
cordonale a favore del proprio bambino.

La pratica clinica si costruisce quotidianamente sulle evidenze
scientifiche e non sulle potenzialità della medicina del futuro che costituisce
per tutti una speranza, ma non rappresenta ancora il presente che deve rimanere
ancorato alla medicina basata su prove di efficacia (evidence – based –
medicine).

Attualmente non vi sono riscontri associati all’uso di cellule
staminali autologhe riportati dalla letteratura scientifica. Tutti i dati
disponibili sono relativi solo all’uso allogenico di cellule staminali da
sangue cordonale.

Inoltre, non vi è, ad oggi, alcuna certezza circa il periodo di
conservazione delle cellule stesse per cui un loro possibile impiego per la
cura del cancro o delle malattie degenerative della vecchiaia, è una auspicabile
ma ancora remota possibilità.

Ed è proprio
l’evidenza scientifica che ha ispirato l’ordinanza Ministeriale del 18 novembre
2009, fatto salvo quanto già previsto per la conservazione ad uso dedicato al
neonato e al consanguineo con patologia in atto o nel caso di famiglie a
rischio di avere figli affetti da malattie riconosciute trattabili con
trapianto di cellule staminali da sangue cordonale. Il direttore del Centro
Nazionale Sangue, dottor Giuliano Grazzini, è intervenuto sottolineando che : “il network delle Banche di CB, già operativo
per quanto riguarda la collaborazione tra i Professionisti che vi operano, sta
lavorando, sotto il coordinamento del C/S con la collaborazione del C/T, alla
standardizzazione e al miglioramento dei protocolli operativi e allo sviluppo
di nuove linee di ricerca nell’ambito delle attività di banking del CB. Ad oggi
il lavoro tecnico svolto dai Centri nazionali e dai Professionisti è in una
fase avanzata e, seppure con non poche difficoltà, ha già posto le basi per
“fare rete”, oltre ad essere già, di fatto, un network sufficientemente
strutturato sotto il profilo tecnico-scientifico.”

“Infatti- ricorda il
dottor Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti-

un centro trapianti che cerca un’unità compatibile per un suo paziente
deve poter contare

sull’accesso ad largo inventario senza bisogno di ripetere più volte la
ricerca presso le varie strutture e deve avere la garanzia sulla qualità delle
unità ricevute indipendentemente da dove essa sia stata conservata.”

La presentazione di
Best practice frutto della cooperazione tra strutture sanitarie e volontariato
, ha dimostrato che è possibile, con un uso intelligente e condiviso delle
risorse, rispondere in modo equo, appropriato e solidale ai bisogni di salute
anche emergenti della comunità. Il ruolo della nostra associazione evidenzia
che:

        
La donazione solidale e consapevole vuol dire “affermazione dei doveri/diritti civili e sociali.

        
Costitutivamente la GADCO è orientata al DONO
come dovere morale e civile

        
Pretende solo l’Associazionismo Informato

        
E’ orientata alla gratuità della donazione

        
E’ orientata all’universalismo sia per il
carattere anonimo della donazione, sia per la disponibilità in tutte le
situazioni di bisogno

 

Con la sua azione
stabilisce un patto di reciprocità tra:

        
Lavoratori diversi (professionisti e
contadini)

        
Generazioni diverse (giovani e anziani)

        
Tra generi (uomini e donne)

        
Tra ceti (ricchi e poveri)

        
Tra etnie diverse (italiani e immigrati)

        
Questi patti portano all’affermazione dei
diritti universali fuori dalle logiche di mercato

La Presidente
Regionale

Dr.ssa Gaetana
Franco

 

 

 

INVITO A PARTECIPARE ALL’ASSEMBLEA REGIONALE GADCO CALABRIA 2010