Archivi del mese: novembre 2010

NO ALLE BANCHE CORDONALI PRIVATE

Alberto Bosi (GITMO): “Non sacrifichiamo la necessità attuale per un’utopia futura. ogni anno sono più di 500 pazienti italiani che necessitano di una donazione compatibile per poter accedere al trapianto”.

Licinio Contu (Federazione Italiana ADoCeS): “Nessuna ragione scientifica per cui si possa ritenere utile la conservazione autologa ad uso preventivo”

Giuseppe Aprili (SIMTI): “Se il bambino si ammala, ha bisogno di cellule staminali di un altro bambino sano, non delle proprie”

Lo dimostrano i dati più aggiornati, forniti dal Centro Nazionale Trapianti: a novembre 2010, sono stati registrati 807 trapianti allogenici, e quelli da donatore non familiare sono stati 632, di cui 102 da sangue cordonale (pari al 16%), che rappresenta ormai una valida alternativa per il trattamento di quei pazienti affetti da leucemie e altre gravi malattie del sangue che non dispongono di un donatore compatibile in ambito familiare o nel Registro donatori (dall’inizio della raccolta -2005-, le banche italiane conservano circa 25.000 donazioni solidali ed hanno fornito ben 900 unità cordonali ai centri di trapianto: di queste oltre 500 sono servite per trapianti all’estero). Al contrario, delle circa 45.000 le unità di sangue cordonale raccolte a scopo privato in banche estere, mai una sacca è stata utilizzata per eseguire un trapianto.

E lo ha per la prima volta affermato con fermezza una buona rappresentanza dai Presidenti delle Società Scientifiche nazionali del settore GITMO – Gruppo Italiano Trapianti Midollo Osseo, SIMTI – Società Italiana Medicina Trasfusionale e Immunoematologia: la donazione del sangue cordonale presso le 18 biobanche pubbliche presenti nel territorio nazionale è l’unica strada che consenta di poterlo utilizzare, e non esiste alcuna ragione scientifica per cui si possa ritenere utile la conservazione autologa per uso preventivo (sono circa 45.000 le unità di sangue cordonale raccolte a scopo privato in banche estere, mai una sacca è stata utilizzata per eseguire un trapianto).

Questa la presa di posizione a Verona lo scorso sabato 20 novembre, in occasione della tavola rotonda “Donazioni e trapianti di cellule staminali emopoietiche, oggi”, organizzata da  Federazione Nazionale ADoCeS e ADMOR Verona, in risposta all’illustrazione da parte dell’On. Luciana Pedoto, deputato del PD appartenente alla XII Commissione Affari Sociali, della propria proposta di legge, che prevede di consentire le conservazioni private anche in Italia sia in banche pubbliche (a pagamento) sia in banche private, accanto alle donazioni solidaristiche.

L’occasione per un confronto diretto tra mondo medico – scientifico e mondo politico è stata offerta dall’On. Fabio Gava, già assessore regionale alla Sanità in Veneto e oggi deputato PDL, che ha affermato: “Se la comunità scientifica è in grado di garantire che la conservazione autologa non serve a nulla, il legislatore deve agire di conseguenza; in caso contrario, si deve tenere conto dell’esistenza di una realtà che deve poter compiere la propria scelta anche nella direzione della conservazione per sé”.

Alla provocazione non sono mancate risposte categoriche e inequivocabili da parte dei rappresentanti della scienza presenti. A cominciare da Licinio Contu, genetista di fama internazionale e presidente della Federazione, che ha affermato: “Non vi è oggi alcuna ragione scientifica per cui si possa ritenere utile la conservazione autologa per uso preventivo”. “Per un’utopia futura sacrifichiamo la necessità attuale”, ed ha tuonato Alberto Bosi, titolare della cattedra di Ematologia all’Università degli Studi di Firenze e presidente del GITMO: “Non sacrifichiamo la necessità attuale per un’utopia futura, ogni anno sono più di 500 pazienti italiani che necessitano di una donazione compatibile per poter accedere al trapianto”.

Ed anche Giuseppe Aprili, Presidente SIMTI, ha confermato l’inesistenza di evidenze scientifiche che la conservazione autologa di cellule staminali del sangue cordonale destinate al neonato stesso offra benefici in termini di salute: “Se il bambino si ammala, – ha spiegato – questo bambino ha bisogno di cellule staminali di un altro bambino sano, non delle proprie”.

L’ambito scientifico è molto attento alla valutazione dei benefici per la salute che possono derivare dalle nuove tecnologie e dallo sviluppo degli studi sulle cellule staminali in particolare.

Ma ogni nuova soluzione deve basarsi su evidenze scientifiche, non su chimere emozionali, e deve essere rigorosamente indipendente da interessi economici di parte.

Intervenuto alla tavola rotonda, anche il sindaco di Verona Flavio Tosi ha dichiarato il proprio sostegno alla donazione solidale del sangue cordonale, a favore di tutti i malati, e il

proprio impegno a sostenerla.

Luciana Pedoto, di fronte alla chiara posizione del mondo medico – scientifico, per la prima volta esplicita e diretta, si è dichiarata infine perplessa in merito alla conservazione autologa ed ha invitato la comunità scientifica a rendere noti i dati in merito e il proprio convincimento.

DATI CENTRO NAZIONALE SANGUE AL 30.06.2010:

La rete italiana delle Banche di sangue cordonale (ITCBN, composta da 18 banche operative in 11 regioni italiane) ha raccolto, al 30 giugno del 2010, un inventario complessivo di 30.512 unità di sangue cordonale idonee per il trapianto ematopoietico. Tale risultato è stato raggiunto a fronte di una intensa attività di raccolta presso le Unità di Ostetricia, cha ha riguardato un numero complessivo di 110.576 donazioni solidaristiche dal 1990, data di inizio dell’attività della prima Banca, al 30 giugno del 2010.

Il rapporto tra unità  bancate e unità raccolte (indice di bancaggio), pur con una certa variabilità tra banca e banca, si è attestato nel 2009 sul  valore medio nazionale del 27%. Nel primo semestre del 2010 l’indice di bancaggio è stato più basso (23%), con la previsione di attestarsi a valori intorno al 22-24% per la fine dell’anno in corso. Il leggero calo dell’indice di bancaggio non deve essere interpretato come il segnale di una ridotta efficienza della rete nazionale delle banche, ma riflette la scelta, operata in modo condiviso da tutti gli attori di questa materia (le banche, i Centri Trapianto, il Registro IBMDR, le istituzioni centrali CNS e CNT) di conservare unità cordonali con più elevati livelli di qualità in termini di contenuto cellulare. Tale scelta è motivata dalla necessità di garantire ai pazienti in attesa di trapianto donazioni efficaci ai fini dell’ottenimento di una rapidamente ricostituzione ematologica dopo trapianto.